I Medici: forse la Rai ce la fa!
- Frank Spotnitz, Nicholas Meyer
- 19 ott 2016
- Tempo di lettura: 8 min
E' uscita la serie evento Rai "I Medici"! Per far capire quanto la nostra amata televisione stia investendo in questa serie, riporto queste due frasi da Wikipedia: È diffusa in Italia e in prima visione mondiale da Rai1 dal 18 ottobre 2016 e tutti gli 8 episodi sono anche trasmessi nello standard Ultra HD sul canale Rai 4K al canale 210 della piattaforma satellitare gratuita tivùsat: prima volta nella storia della televisione italiana che una serie televisiva viene trasmessa in Ultra HD. Lo stesso giorno della messa in onda mondiale e prima di trasmetterla la sera stessa, la Rai ha pubblicato in anteprima sul suo nuovo portale Rai Play i primi cinque minuti dell'episodio pilota della serie.
Inoltre, essendo una co-produzione con il Regno Unito, c'è un cast multinazionale: il protagonista è Richard Madden (Robb Stark di GOT) che interpreta Cosimo de' Medici, e suo padre, Giovanni, è Dustin Hoffman (al loro fianco, anche attori italiani come Alessandro Preziosi o Guido Caprino).
Insomma, questa serie era più che attesa e finalmente il mondo ha potuto vedere i primi due episodi.
Premessa, la serie è ambientata in due periodi diversi, con vent’anni di distanza.
PRO
Davvero la Rai ha fatto questo?
Stiamo parlando di due episodi di alto livello, tali da essere più che competitivi con il mercato estero e d’oltre oceano, che sfruttano benissimo l’arena, (ovvero Firenze) e le sue bellezze. Basti pensare che uno dei punti focali è la costruzione della cupola del Duomo di Firenze.
Una delle cose che ho imparato nei due anni di Scuola Holden è proprio questa, l’importanza di scegliere l’arena. In questo caso è stato facile, in quanto, essendo una serie storica sui Medici, (vissuti veramente a Firenze), per forza lo si doveva ambientare lì. Nel pilota però, Cosimo incontra Donatello e la splendida Bianca (interpretata da Miriam Leone): l'incontro avviene a Roma, non a Firenze. Questa scelta mi sembra facilmente spiegabile, almeno secondo me: Cosimo, che ha sempre desiderato essere un artista, (mentre il padre lo farà diventare un banchiere), solo a Roma – ovvero fuori dalla propria città natale – riesce ad avere un’avventura d’artista, dove può disegnare, esprimersi appieno e amare davvero una donna. A Firenze, per assurdo, è costretto a dimenticarsi dell’arte, fare il banchiere e sposare una donna per volere del padre.
Nel secondo episodio, Cosimo riesce a dare il via al suo sogno e far costruire la cupola del Duomo. Non lo fa, però, il giovane Cosimo con sogni d’artista, ma quello adulto, con un figlio già grande e una vita da banchiere. Oltre ad essere il sogno di una vita, il motivo di questo avvio ai lavori è creare occupazione in una città che sta per affrontare una crisi per via della guerra e, ovviamente, per dar lustro al nome della propria famiglia.
Nei pro va sicuramente il personaggio di Cosimo, protagonista indiscusso e motore della narrazione, che conosciamo in due fasi completamente diverse della sua vita.
Nella prima (già accennata sopra) vuole diventare un artista, disegna, vorrebbe costruire la cupola del duomo, e, cosa non da poco, porta i capelli lunghi. Sembrerebbe una cavolata, ma, soprattutto qui in Italia, (e lo dico per esperienza), avere i capelli lunghi è visto come atto da “artista ribelle” (o altre cagate che dicono le vecchiette).
Da notare che anche la stessa trasformazione estetica è essenziale per il personaggio. Porta sempre la barba, ma la sua versione più matura la tiene in modo diverso, più curata e più corta. Cambia anche il modo in cui si veste, il modo in cui cammina. Per quanto esteticamente si veda che non ha realmente 20 anni di più, si capisce che è profondamente cambiato, che è un uomo fatto e finito.
Da giovane è impulsivo ma contemporaneamente succube delle decisioni del padre; da adulto è lui il capofamiglia (anche perché il padre è morto) e non disposto a piegarsi di fronte a nessuno, capace di prendere le decisioni migliori, anche se a volte non sono quelle che preferirebbe.
In entrambi i casi ed ere della vita di Cosimo rimangono due fattori costanti: l’amore per l’arte e la famiglia.
Ad esempio: quando è giovane, a Roma, Cosimo perde di vista il vero motivo per cui lui e suo fratello sono in città, ovvero corrompere alcuni cardinali affinché votino come papa l’uomo da loro scelto, e finisce per perdersi nella bottega di Donatello. Quando si accorge di ciò che sta facendo e capisce come può aiutare la famiglia, cosa accade? Cossa (l’uomo appoggiato da loro) diventa papa.
La doppia narrazione è assolutamente efficace. Com’era prevedibile, le situazioni vissute nel passato si ripetono nel presente. I più attenti diranno “Ovvio!”, e, ad esempio, Arrow ormai usa questa tecnica da cinque anni (anche se un po’ ne abusa). A questo punto della vicenda, le situazioni si ribaltano: per far diventare Cossa papa, Cosimo ricatta un cardinale, mentre vent’anni dopo è lui a venire ricattato.
Tutto ciò, come già detto, per mostrare anche l’evoluzione del protagonista e la nascita del rapporto con la moglie. Ciò che emerge è che non l’amava quando l’ha sposata e non l’ama tuttora. Quello che ci fanno intendere è che, però, forse, hanno vissuto anche dei momenti di affetto insieme. Questo permette agli autori di giocare, facendo sperare ai personaggi del passato che qualcosa accada e tu, spettatore, sai benissimo che accadrà o meno perchè conosci il presente.
Qui arriva un altro aspetto che a me fa impazzire: tra il passato e il presente, in mezzo, esiste una vita intera, vent’anni in cui potrebbe essere accaduto di tutto, poiché, per quanto possiamo conoscere la back-story di un personaggio, in realtà veniamo a scoprire di non conoscerla del tutto.
Altri due personaggi che adoro:
1) Giovanni de’ Medici, uomo d’altri tempi (eh be’ grazie, è il XV secolo!) che fa tutto per il proprio nome, un vero self-made man, che si è fatto da solo, passando da poveraccio venditore di lana a banchiere più ricco del mondo. Nonostante decida al posto dei figli, non ha l’aria del padre stronzo, ma dell’uomo deciso che fa tutto per un bene superiore. Ama la sua famiglia e crede tantissimo in Cosimo (e, a proposito dell’amore per Cosimo, chissà quando Lorenzo, l’altro fratello, inizierà a ingelosirsi);
2) Marco Bello, interpretato da Guido Caprino (che per me rimarrà sempre Bosco in 1992 Toh cazzo in culo alla DC). Personaggio misterioso, che conosce Cosimo da diciotto anni (ecco qua i vent’anni di cui non sappiamo nulla) e sono come fratelli. Bello è il braccio armato, quello che fa il lavoro sporco (come mettere fine al ricatto ai danni di Cosimo) e indaga sulla morte di Giovanni. Il duro dal cuore d’oro, misterioso e rude.
Piccolo paragrafo dedicato anche alla musica: la trovo più che azzeccata; mi dà la sensazione di qualcosa che vuole accompagnare, immergere e circondare lo spettatore con la bellezza a 360º del prodotto. Si trovano in una città d’arte, ne parlano e te lo fanno percepire, facendoti incuriosire e invogliandoti a continuare a guardare.

Direi che questa foto rappresenta alla grande la qualità e i pro della serie perchè:
Ci sono le tette. Non è un commento da maschilista o chessò io; il fatto di vedere un seno in prima serata su Rai1, in una serie prodotta da loro è qualcosa di quasi inconcepibile;
La bellezza di questa inquadratura. Ormai delle tette abbiamo parlato, quindi possiamo analizzare anche altro. La telecamera sembra quasi nascosta, che spia un momento di intimità tra Cosimo e la donna amata;
La bellezza dei corpi. Entrambi gli attori hanno dei bei fisici e in una serie che parla di bellezza, questa è l’immagine più esplicativa che ci sia.
La posizione di Bianca, sdraiata su di lui, che a me ricorda vagamente la Pietà di Michelangelo (ok, forse sto sbabbiando);
La poca luce e i corpi, nudi e sudati dopo il sesso che riflettono la luce della luna.
Se non abitate con vostra madre, mettete quest’immagine come sfondo.
CONTRO
Purtroppo se ci sono dei pro…
Gli altri personaggi non mi hanno entusiasmato: a volte sembrano un po’ buttati lì, soprattutto quelli più marginali. Per carità, ci sta che i personaggi secondari o terziari (esiste questo termine?) siano più superficiali, eppure il cinema e la TV ci stanno abituando a livelli talmente alti di cura del dettaglio che ogni minimo aspetto va curato, altrimenti lo spettatore storce il naso. La moglie di Cosimo, Contessina (che nome di….) ha una sola scena senza il marito o il padre, in cui fa la dura e riesce ad evitare una rapina in casa propria con l. Quello sarebbe dovuto essere il momento in cui noi spettatori avremmo dovuto pensare “apperò, mi piace questa tipa” perchè indipendente, forte, non solo la moglie di Cosimo, ma una donna indipendente. Eppure manca qualcosa. Forse perchè non sembra avere affetti con nessuno in particolare e neanche troppi scontri.
Rifacciamoci al caso Contessina per parlare di un altro difettuccio, il poco conflitto. Un’altra grande regola che ci hanno insegnato è che per creare storia serve conflitto, è come carburante. Non è che nella serie non ci sia, ma c’è solo nei confronti dei cattivi. Ovviamente, dato che sto scrivendo avendo visto solo le prime due puntate, spero che le altre sei mi smentiscano alla grande. Comunque, per adesso, non ci sono quei grandi scontri tra i protagonista dove si è indecisi per chi tifare, come in GOT, dove in fondo sono tutti buoni e tutti cattivi, c’è conflitto anche e soprattutto tra chi si ama,come i gemelli Lannister e quindi sta a noi decidere con chi schierarci.
Sempre prendendo ad esempio Contessina, (che non mi ha convinto per più di un motivo, come potete notare), quando il padre la informa che dovrà sposare un uomo, lei non è ovviamente contenta, ma non c’è un vero scontro: «Non sono d’accordo, ma alla fine va tutto bene»… Il conflitto, la rabbia, la tensione, tutto scema.
E ancora sulla scena di Contessina con il padre: premetto che ho visto gli episodi in italiano, quindi non so se ci siano stati problemi di doppiaggio o di sceneggiatura, ma il dialogo non era graffiante, bensì accomodante. Detto ciò, l’attore che interpreta il padre è David Bradley (Gazza di Harry Potter e Walder Frey in GOT), quindi nell’immaginario collettivo è visto come un vecchio scorbutico e stronzo, che parla biascicando. Qui invece dice “Contessina, hai la lingua tagliente”. Perde in questo modo tutta l’arroganza e la cattiveria che invece potrebbe avere un padre che obbliga la figlia a sposare un uomo che non ha mai visto. Quest’obbligo alle nozze sembra una scelta di poco conto, non sembra importante per Contessina quanto dovrebbe, quando il padre sta scegliendo cosa farà per il resto della sua vita e lo fa unicamente per soldi.
Freno a mano Rai/doppiaggio:
Ripeto, ho visto la serie in italiano quindi non so se i problemi di cui scriverò sono dovuti allo script o all’adattamento. C’è da dire, però, che la serie è praticamente pensata per essere in italiano anche se recitata in inglese poiché trasmessa in anteprima mondiale sulla Rai (quindi la versione in italiano dovrebbe essere anche migliore di quella inglese).
Detto ciò, ci sono battute didascaliche dove si vede che l’attore si sforza di dire qualcosa che il personaggio direbbe con altre parole per far sì che lo spettatore capisca bene di cosa si sta parlando. Avete presente quando nelle tele-novela o nelle serie oscene ripetono quattro volte la stessa cosa? O praticamente dicono quello che stanno facendo? Non è che chi scrive quella roba è scemo, ma lo fa perchè così anche il pubblico più distratto (come le casalinghe che nel frattempo fanno altro) riesce a seguire il tutto con il minimo sforzo.
Ora “I Medici” non sono così tanto didascalici, rimanendo comunque un ottimo prodotto, ma ogni tanto ha delle cadute di stile in questa direzione: se è un problema dovuto allo script forse è proprio perchè la serie è firmata della Rai e quindi vuole catturare l'attenzione del pubblico più vasto possibile, compresi i più tonti o distratti.
Ultima critica: è un’ottima serie per essere co-prodotta in Italia, ma se fosse americana ne staremmo forse parlando? Questo non lo so. Sicuramente non regge il confronto con Westworld, (ma quello è il top del top), ma c’è da dire che ha ancora tempo per crescere ed approfondire personaggi, conflitti e situazioni (come una bella guerra, per esempio).

Perché questa immagine rappresenta i contro:
Lo screen non rende troppo, ma questo effetto è veramente osceno;
Esempio palese: abbiamo una cosa figa (come Firenze vista dall’alto) ma fatta male (e spero non succeda con la serie).
Detto ciò, consiglio questa nuova serie perchè sembrerebbe che la Rai voglia cambiare e cominciare a creare prodotti di livello sempre più alto e capaci di competere con il mercato estero. Diciamo che, per questo motivo, va sostenuta a prescindere.
PS: Non ho parlato della regia perché non è l’argomento che conosco meglio, ma alcune panoramiche di Firenze, del Duomo o dell’Arno meriterebbero davvero di essere viste e omaggiate in qualche modo.

Luca Puggioni
Grazie a Giusi Dell'Abadia per la correzione
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