Negan, un cattivo d'altri tempi
- Luca Puggioni
- 23 feb 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Lunedì 13 febbraio è finalmente ricominciato The Walking Dead dopo la pausa “natalizia”. Che Natale fanno quelli della Fox, dato che dura così tanto?
L’altro giorno, parlando con un amico, ho notato che in effetti la serie ha perso un pizzico di profondità per muoversi molto di più sull’azione, distaccandosi dai sentimenti dei personaggi. A mio avviso è solo una fase, anche molto bella e non per forza negativa. Probabilmente hanno avuto paura, dato che molti hanno trovato la stagione precedente noiosa: hanno quindi deciso di andare a mille in questa.

E quale modo migliore di farlo, se non con uno degli antagonisti più belli di sempre? Sì, più belli di sempre, perchè io Negan lo adoro. È un cattivo puro, con una sua morale e i suoi principi, quasi d’altri tempi.
Facciamo mente locale: Negan è apparso per circa cinque/dieci minuti nel finale della quinta stagione e già era entrato in grande stile, uccidendo qualcuno tra i protagonisti (anche se chi sono le vittime lo si scoprirà solo nella stagione successiva). Insomma, fin da subito si mette in chiaro la sua pericolosità.
Finalmente, in questa stagione lo conosciamo. Negan ha creato una comunità, con una sua gerarchia – che in pratica è una dittatura – che funziona molto bene (e infatti stanno anche ricostruendo una sorta di civiltà che interagisce anche con altri accampamenti, come quello di King Ezekiel, con il suo regno, la sua tigre e la sua comunità più o meno funzionante).

Oltre ad essere una dittatura, è anche un misto con un'organizzazione mafiosa, poiché alle altre comunità chiede praticamente il pizzo: in cambio della metà dei loro possedimenti, questi non vengono ammazzati.
Negan funziona, anche se il suo sistema è assolutamente non democratico, ma con leggi chiare e relativamente condivisibili. Il rispetto e la sua importanza ricorda davvero Don Corleone. Lui rispetta Rick anche se è un suo sottomesso: rispetta il suo coraggio e la sua volontà di combattere. Il rispetto è una componente tanto importante per i rapporti tra Negan e chi gli sta intorno che se qualcuno risulta non esserne degno, non finisce bene… vero, Spencer? Insomma, non è uno stronzo qualunque: è una persona che ha creato l’unico sistema che crede funzionante per vivere in quel mondo e fa di tutto per tenerlo in piedi. Certo è un sadico, ma se non lo fosse non sarebbe un antagonista a tutti gli effetti.
In più, ha un carattere e un modo di fare chiaro e unico (che lo distingue chiaramente dalla mafia). Mi riferisco il suo modo di parlare, pieno di allusioni sessuali e parolacce. Il suo modo di fare potrebbe quasi far ridere, ma allo stesso tempo è terrificante.
Per esempio, quando si reca per la prima volta ad Alexandria, dice, senza mezzi termini: “Rick, te l’ho infilato fino in gola e mi hai pure ringraziato.”

Per concludere, Lucille e tutta la sua estetica. Negan è un uomo che va in giro con il giubbotto di pelle, gli anfibi e una mazza da baseball coperta di filo spinato, ripeto una mazza da baseball coperta di filo spinato, che ha anche un nome. Come si fa a non volergli bene? – Ok, sì, ha ucciso Glenn, ma dai, si sapeva.
Sicuramente ha spazzato via la figura del Governatore e ora chissà cosa avrà in serbo per noi: quale sarà la sua backstory? Scopriremo mai com’era prima dell’invasione zombie?
Forse no, forse non ce ne sarà bisogno. Finchè c’è Negan lo spettacolo è assicurato e la vita di tutti i personaggi è in pericolo.
Sicuramente la guerra tra lui e Rick sarà indimenticabile.
Luca Puggioni
grazie a Giusi Dell'Abadia
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